venerdì 2 marzo 2012

Idi di Marzo

Quando i giovani hanno smesso di essere il futuro, ho iniziato a sentirmi vecchio. Ma questa è un'altra storia.
Giovedì 8 marzo potrete acquistare in formato ebook, per le edizioni MilanoNera, Milano Corri o Muori, il prequel di Milano è un'arma, di quel francesco gallone che ha ricevuto anche questa epistola.
Invece, beccatevi 'sto post di Andrea Brandelli proveniente da Facebook: "
Verso la virtù viziosa.
Verso la virtù viziosa come cedrata in un bicchiere ghiacciato, fuori è inverno e dentro di più. Le parole scappano sotto le dita e i tasti si piegano in un gesto estetico chiaro, nitido perfino sonoro. Batto a ritmo con la musica che distribuisce dissonanze e urli in parti decisamente diseguali. Tempi morti. Ho le idee chiare di solito, e sono confuso. Ho la traccia nella testa, su fogli sparsi ci sono linee che s’intrecciano, commenti che si censurano e abbozzi di ciò che forse diverrà preminente. Un libro in poche parole; prima il messaggio, la cosa da dire, da fare arrivare da farvi arrivare. Poi il contorno, la storia, come si dice la fabula. Poi le sotto fabule, i sotterfugi e le sottane. I sottotitoli scaricati da internet e i sottaceti mangiati di nascosto. La nostalgia. La virtù viziosa che si alimenta di lontananze e ricordi e che se non è fisica si fa almeno temporale. L’idea del passato. Il passato non è migliore. Preferisco i pezzettoni. Tocchi di ricordo idealizzato, idilliaco, glorioso, fermentato. Il fermento del passato gioca a briscola con il ribollire del presente e il dormire del futuro. La nostalgia è una virtù, bisognerebbe conservarla. La nostalgia è la verginità del nuovo millennio. Il mio lavoro è come l’olio. Extravergine. Non sono un mago dei sillogismi, e con le equazioni me la cavavo male, ma credo di aver reso l’idea. Vorrei che vedeste la nostalgia, che non è necessariamente tristezza. A volte è grazia e a volte è rabbia. Soprattutto quando si torna sul luogo del desiderio. Se sul luogo del desiderio ci si vive per troppo amore, allora la nostalgia si fa vizio. Si fa ricordo. Si fa profumo, circostanza e ripetizione. In schemi definiti, preordinati e pre provati. La nostalgia gioca un 4-4-2 pulito. L’odio se la vive in contropiede, la soddisfazione e l’appagamento fanno un 3-5-2. La miseria gioca a uomo. Sara mi ha regalato un film per Natale. Un film che è pura nostalgia per me. Un film che diverrà di nuovo presente al momento della visione e il cui ricordo si condirà della presenza di lei. Così le vecchie emozioni si mischieranno alle nuove e ciò che era vecchio sarà di nuovo nuovo. Mio, nostro, ma con i capelli più corti. I baffi sono un ricordo troppo rado. Intanto imparo a scrivere in prima persona e torno alla terza senza retrocedere. Come un rientro a casa dopo un giorno di pensieri laboriosi. Come un aggettivo che non qualifica, ma che gioca bene uguale. Come un boemo bohemien. Con una città da rimpiangere, da inseguire e da dipingere. Non fotografo, e in realtà non pitturo neppure, forse cesello, modello, mi sporco gli occhi e scandisco le parole come battiti del cuore sui tasti neri che mi sembravano amici solo una trentina di righe prima. Ma sono necessari. Prendo un drammone strappalacrime sulla nostalgia, che nella mia testa gira a perfezione e lo rovinerò facendo si che a tutti sembri una cosa divertente. Forse anche questa è nostalgia. Nostalgia delle matte risate che mi sono fatto leggendo il tuo libro. La consapevolezza non si adegua, fugge e si fa nostalgia.
 Non è bellissimo?