lunedì 31 dicembre 2012

Duemiladodici


Riponendo nell'archivio il fascicolo 2012, compilo l'etichetta col sommario di quest'anno che è stato la fine del mondo.
  • Conoscenza topografica del complesso ospedaliero di Niguarda molto più definita. Da questa esperienza traggo l'insegnamento che pochissimi fanno bene il proprio lavoro, anche se il proprio lavoro è la pelle della gente. Per fortuna alcuni medici sono ancora fedeli ad Ippocrate. Ringrazio questi.
  • Vaneggianti teorie di traiettorie esistenziali suggerite dal giuoco del Biliardo. Da questa esperienza traggo l'insegnamento che chi ci scommette tutto, sul proprio lavoro, riesce a farlo bene: e ho guadagnato degli amici, all'Osteria del Biliardo.
  • Ipotesi sulla fine del buon Rapporto con un vecchio amico. Mi è dispiaciuto dell'incidente in moto di suo figlio che gli ha impedito di venire al Milano Calibro Noir, posso comprendere che sia stato, dopo, un anno di tensioni psicologiche. Mi dispiace anche delle variopinte voci che circolano sul suo conto nell'ambiente, perché mi piace credere che lui sia sempre stato in buona fede, che i soldi che ha chiesto agli autori per pubblicare siano stati un fraintendimento, che i debiti che ha aperti con la mia editrice verranno onorati. Ma non posso chiedergli di stargli simpatico: è che avrei voluto capire perché.
  • Insegnamenti tratti dal Mal Comune di Milano. Ad esempio, ho imparato l'incompetenza, la teoria del “sepaghifaiquellochevuoibastachepaghi”, la superficialità, l'incoerenza, la teoria del “perrisolvereiproblemiaumentolespesedichipagaperriempireibuchidichicontinuaanonpagare”. Grazie Milano, mi hai riempito di rancore.
  • Contratti Editoriali. Ne ho firmati 3, quest'anno. Con Eclissi per Lapidi, con MilanoNera per Milano Corri o Muori, con Fratelli Frilli per il libro a tre penne ideato da Luca Crovi che uscirà a Marzo Aprile 2013. Ho imparato a scrivere in tre, appunto, con Andrea Ferrari e Riccardo Besola. Ho trattato con diversi editori. Ho capito che non voglio fare il professionista della scrittura perché mi piace considerarmi un artista. Insomma, la mia gavetta prosegue. Passo dopo passo, con onestà, però, e senza mai barare. Senza nepotismi. Solo con la qualità di quello che scrivo, e come. Non mi sento ancora realizzato, ma comincio a non sentirmi troppo fallito. Come disse l'asino sudato al maiale che lo derideva per la fatica che faceva: “Ma tu non sei lo stesso dell'anno scorso...”. Io, asino, sono qui da cinque anni, ormai.
  • Scheda Elettorale. La metto in archivio, perché non credo di utilizzarla.

E' stato un anno difficile, duro, pesante, ma anche denso di emozioni, pieno di mani amiche, di sorrisi, di progetti, un anno in cui ho convissuto felicemente, e sono contento di essere qui a poterne tirare le somme. Domani è il 2013, andiamo a vedere come sarà... io sarò Inadeguabile.