lunedì 8 settembre 2014

Un Estate al Freddo

... era il titolo di un disco dei Minnie's, e peraltro il mio preferito. Un disco che appartiene ad una fase della mia vita in cui l'entusiasmo era in grado di costruire di tutto. Ero una cellula a pedali nella Massa Critica Milanese/cantavo hardcore a petto nudo gridando la mia rabbia per fottere il sistema/provavo a scrivere/compravo una quantità impressionante di fumetti il cui volume comprendo solo ora sia nella mia testa sia nelle scatole che attendono di avere una casa/disegnavo/scrivevo canzoni/racconti/sceneggiature, un sacco di sceneggiature/drammi teatrali/da non credere/facevo la grafica dei volantini avevo imparato a usare photoshop da solo/viaggiavo per quanto potessi permettermelo.

Quell'entusiasmo, giuro, è ancora in me.
E pure se a volte posso sembrare crucciato. O deluso. Pure se i miei silenzi verbali, e soprattutto i miei silenzi in rete, possono apparire come un disinteresse, o un approccio umbratile. Pure se alle volte sono talmente incazzato da dover esplodere dentro per non far danni. Pure se alle volte ho paura, e pure se alle volte scaccio il timore che sia tutto inutile.
E pure se sembro affrontare una serie di sconfitte, di dinieghi, di prese in giro, e probabilmente la mia figura, quella dell'Inadeguabile, e quella di chi è con me schierato su questo sterminato e crudele campo su cui si cercano di realizzare dei piccoli sogni e delle innocenti ambizioni, non è quella del trionfatore, o del vincitore, o di quello che sta dalla parte vincente, quell'entusiasmo è ancora in me.

Non sono più il randagio di una volta. Non dormo più nel parco, ho smesso col tabacco, e di birra solo una che c'ho la gastrite. Eppure mi emoziono ancora quando sento un riff straziato il giusto, entro in overdose quando passo davanti a una fumetteria, vado ancora in bicicletta e ventiquattro ore su ventiquattro vedo storie nella mia testa e mille maniere per realizzarle, e per raccontarvele. 

Solo una parte giunge a voi.
Ma anche quel poco mi basta. Per sentirmi vivo.
Grazie a voi.

Eh lo so, è un po' solenne questo post, però alle volte viene così, la prossima volta vi racconto quella della mezza anguria che ci facciamo una risata e forse è meglio. Però alle volte uno deve dire anche certe altre cose. Ecco.

ps penso che in una maniera molto molto simile vedano la questione anche Andrea Brandelli Ferrari e Riccardo Besola. Penso.

domenica 16 febbraio 2014

Italia

Nazione popolata da 57 milioni di rivoluzionari. Colle terga degli altri. 
Famosa nel mondo per le sue bellezze naturali e artistiche. E per la costante denigrazione da parte dei suoi sguatteri all'estero.
Patria di genio e spesso virtù. Madre discussa di eroi e compromessi. Landa dai frutti sublimi e dalle marce radici.
57 milioni di innocenti. E 56.999.999 colpevoli.
Italia. Seconda e terza persona singolare e plurale. E la prima? 
Sono io.


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