E' che io al mattino cammino per un quarto d'ora e penso, prima di arrivare al furgone. E le cose che penso sono cose che vorrei dire ma tengo per me perché la virtù del samurai è il silenzio, ma a volte forse è meglio spurgarle. E allora vorrei andare dalle persone e dirglielo.
Vorrei dirti che la pornografia che fa scandalo è persistere nell'umiliazione sensazionalistica di una persona che invece avrebbe bisogno d'aiuto, come la Tommasi, e invece ti fa piacere deridere o indicare col dito senza renderti conto che a fare schifo sei tu.
Vorrei dirti che tutta l'attenzione mediatica e politica ai diritti degli omosessuali è il fatale indice dell'omofobia della tua società.
Vorrei dirti che tuo figlio può anche crescere secondo il regime alimentare più sano del pianeta, dal vegetarianesimo al prodotto biologico alla ricercatezza gastronomica, ma sempre l'aria mefitica di Milano si respira, sempre sul cemento appoggia il culo.
Vorrei dirti che se tua figlia lavora all'estero non è un merito, che il merito sarebbe se ce l'avessero chiamata, e invece non ha fatto molto di più di quei poveracci che mollavano casa con una valigia di cartone per cercar fortuna altrove. La differenza è che tu le hai preso un trolley, un biglietto aereo, una saccata di piccioli, e ora vanti quel che invece dovrebbe amareggiarti.
Vorrei dirti che io voglio scriverli, i libri, e non venderli, per venderli chiama qualcun altro, a me non me ne frega niente, io voglio scriverli e pubblicarli e poi venderli li venda il venditore di libri, è una questione di ruoli, non è che chiami un cuoco e poi lo metti alla cassa, lo metti in cucina, no?
Vorrei dirti che i gusti puoi averli anche personali, che non è peccato dire che un regista è noioso per quanto geniale sia, e un altro è divertente per quanto di genere sia. Alla gente piace quello che si dice piaccia alla gente, e ha ragione Pandiani, si celebra lo stereotipo, forse perché è difficile e impegnativo apprezzare qualcosa di originale, se poi non piace agli altri cosa fai, il diverso?
Vorrei dirti che non hai recensito il mio libro, che non l'hai neanche letto, ma m'hai chiesto un'intervista in cui fingi che ci siamo incontrati dal vivo e abbiamo bevuto insieme. Ma questa si dice da sola.
Vorrei ricordarti che hai fatto delle promesse e non le hai mantenute, così che lo spazio sotto la Biblioteca è ancora vuoto e magari il mio amico Leo si sente preso per il culo e tradito dalla burocrazia politica.
Vorrei dirti che se facessi bene il tuo lavoro faciliteresti molto il mio.
Vorrei dirti di votare Merda. Tanto ha già vinto.
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