mercoledì 4 dicembre 2013

La gavetta per diventare Perfetti Nessuno

Una mattina mi son svegliato, mi son guardato allo specchio, avevo ventotto anni, e decisi di giocarmi i miei sogni in una scommessa. Undici mesi dopo comprai Milano A. Brandelli e realizzai il mio piccolo sogno. Quel sogno, come ogni essere intelligente, evolse in nuovi sogni. Milano é un'Arma vinse un piccolo premio, iniziò il mio sodalizio con Eclissi e la mia amicizia con Andrea Ferrari. 
Milano è un'Arma era un diario trasfigurato della mia città, delle mie nottate, delle mie amicizie, delle mie esperienze. E delle mie passioni, tutto nella forma di un fumetto non disegnato, di un filmsenza pellicola.
Poi venne la Metropoli Stanca: la somma narrativa del romanzo che avevo sempre desiderato comporre. L'espressione di tutta la fantasia sedimentata nelle mie arterie dai sei ai trentuno anni.
Passò inosservato. Anche per alcune cattive esperienze durante le presentazioni. 
Allora mi dissi che dovevo fare qualcosa di nuovo. Qualcosa di potente. Lasciai trascorrere due anni, e giunse Lapidi d'Asfalto: innovativo nella forma, lacerante nei contenuti. Con questo uscì contemporaneamente Milano Corri o Muori per Paolo Roversi, un romanzo scheggia.
Sempre piano piano, io come Andrea crescevamo. Amando ciò che facevamo a prescindere dai rendiconti. 
Giunse Besola, e Luca Crovi, e le idee per scherzo, e scrivemmo Operazione Madonnina, così diverso da noi eppur riuscito.
A febbraio torna Brandelli con il quinto della serie, ma il primo del nuovo corso.
E torno io. Con una sfida nuova. Un romanzo di generi. Al plurale. Un  perfetto nessuno. 
Ma di questo  parleremo la prossima volta...

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